In Grecia, in epoca moderna, avvennero terribili deturpazioni della terra per trovare i resti dei soldati ateniesi caduti nella battaglia di Maratona. Anche l’archeologo greco Valerios Staes, condusse scavi per due intere stagioni nel 1890 e nel 1891. Sembra incredibile eppure dopo tanti scavi, effettuati in precedenza da altri presunti archeologi a macchia di leopardo per tutta la zona, era rimasto ancora qualcosa: a 6.5 metri al di sotto del livello della piana. Staes rinvenne una pira funeraria posta su un sostegno fatto di mattoni allineati e contenente ceneri e ossa carbonizzate e del vasellame risalente al V secolo ac. Senza ombra di dubbio era il Soros, il tumulo funebre degli ateniesi. Staes si rese subito conto del fatto che molti avrebbero messo in discussione la sua scoperta, per questo pubblicò una dichiarazione giurata da lui e controfirmata da altri quattro autorevoli studiosi che attestarono la veridicità della scoperta. Possiamo oggi affermare con certezza che Pausania scrisse la verità quando sottolineò che i soldati ateniesi furono seppelliti sul posto. C’è di più: il rinvenimento di varie punte di frecce all’interno del tumulo dimostra che la terra raccolta per erigerlo era quella in cui erano cadute le frecce scoccate dagli arcieri della linea persiana di battaglia. Che cosa stupenda l’archeologia!
